Si definiscono Controlli Non Distruttivi (C.N.D.) tutti quei metodi che consentono di ispezionare un materiale o un componente senza alterare la sua integrità, assicurando una certa rapidità di esecuzione grazie alla possibilità di operare direttamente in campo e ottenere un risultato immediato.
Le tipiche finalità consistono nell’individuazione, posizionamento, caratterizzazione e dimensionamento di discontinuità superficiali e volumetriche all’interno di manufatti, sia in fase di fabbricazione che in esercizio.
In particolare, tra i sistemi di controllo della qualità finalizzati ad assicurare l’affidabilità e la sicurezza di componenti anche complessi, le metodologie diagnostiche e di monitoraggio dei processi operativi hanno assunto sempre di più una funzione strategica non solo per la prevenzione delle anomalie e dei malfunzionamenti in esercizio, ma anche in tutto quel complesso di prove e verifiche necessarie alla qualificazione e/o certificazione di manufatti ed impianti.
Essendo i C.N.D. fondati su differenti principi fisici, non esiste un metodo di prova a carattere universale; piuttosto, ogni tecnica è idonea più di altre per un determinato scopo. Comunemente le buone pratiche di ispezione prevedono, infatti, la combinazione di due o più metodi di controllo.